La Pasqua, con la settimana degli Azzimi, viene istituita alla fine di un lungo "braccio di ferro" tra il Signore e Faraone, non certo dovuto a una parità di forze tra i due contendenti, ma piuttosto all’indurimento del cuore del faraone, per altro prodotto dallo stesso Signore. Era infatti necessario che Faraone venisse sconfitto in modo miracoloso e spettacolare, perché il faraone d’Egitto e anche Israele (e, attraverso Israele, tutte le altre nazioni tra cui la nostra) dovevano sapere Chi è il Signore.
I sentimenti e le passioni che si chiamano “amore” hanno spesso più a che fare con il nostro egoismo che con il vero amore che il Signore ci ha rivelato in Cristo Gesù. Eppure questo amore non è meno tenero e appassionato dell’amore tra due fidanzati. Anzi, quello che rende così appassionante l’amore romantico è proprio la sua somiglianza con l’amore di Dio. Ma la parola ci continua a ripetere: “Guardatevi dagli idoli”.
Dio ha dato degli uomini come dei doni, perché il suo popolo fosse curato. Ma questo non è scritto perché ci giustifichiamo pensando che ci sono i pastori e che la cura dei nostri fratelli spetta a loro. Perché è tutto il popolo di Dio che ha ricevuto il Signore nel cuore e quindi il cuore del Signore è in ciascuno di noi. Tutti noi abbiamo la stessa chiamata a non dire come Caino "sono forse io il custode di mio fratello?", ma a curarci del nostro prossimo, sentendo i suoi pesi come i nostri pesi.
I giornali sono pieni di notizie sulla crisi economica che investe il mondo. Tutti i paesi sono coinvolti in una scivolata interplanetaria senza uguali, le borse vanno su e giù portando con sé capitali, industrie, banche. Aumentano in modo esponenziale i disoccupati, i fallimenti, la crisi attanaglia la società, le famiglie e tutti, con preoccupazione e angoscia, seguono i notiziari da bollettino di guerra.
Tutti? I cristiani non dovrebbero essere in questa massa di preoccupati e disperati.
La chiamata che il Signore rivolge all’uomo è a uscire fuori. Abramo è stato chiamato fuori dalla casa di suo padre, che a sua volta era uscito da Ur dei Caldei (Genesi, 12:1 e 11:31). Israele è stato chiamato a uscire prima dall’Egitto (Esodo, 3:10) e poi da Babilonia (Isaia, 48:20). Anche oggi i credenti sono chiamati a uscire per fede da questo mondo, di cui Egitto e Babilonia sono una prefigurazione simbolica (Apocalisse, 11:8 e 18:4).