L'Israele di Dio

L'Israele di Dio

di Veglio Jugovac

 

“I tempi sono finiti, ravvedetevi,
convertitevi a Gesù Cristo!”

Introduzione

“I tempi sono finiti. Ravvedetevi! Convertitevi a Gesù Cristo”, queste parole mi ha fatto proclamare il Signore molti anni fa, in sogno.
Il Padre celeste ha riservato per i suoi figli meravigliose ricchezze. Oggi noi contempliamo come di riflesso la verità divina, filtrata dalla nostra natura umana, ma lo Spirito Santo sovviene alla nostra insufficienza e ci rivela la volontà del Padre, facendoci conoscere i tesori che sono nel Signore Gesù. Gesù Cristo è la Via, la Verità e la Vita. Egli che ci ha liberati dalla schiavitù del peccato e dalla morte donandoci vita eterna.
Grazie siano rese al Padre per averci donato Gesù, il fondamento della nostra fede e della nostra salvezza, e in Lui la vita eterna. Questo è il fondamento sul quale viene edificata l’opera di Dio in noi.

ulivoScrive l’apostolo Paolo ai credenti di Roma riguardo a Israele: «Come in passato voi siete stati disubbidienti a Dio, e ora avete ottenuto misericordia per la loro disubbidienza, così anch'essi sono stati ora disubbidienti, affinché, per la misericordia a voi usata, ottengano anch'essi misericordia.
Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti.
Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e non investiga­bili le sue vie! Infatti, “chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì da riceverne il contraccambio?” Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen» (Romani, 11:30-36).
La Sacra Scrittura afferma che solamente Israele è il popolo eletto di Dio, gli altri popoli non lo sono. Questo significa forse che Dio è soltanto il Dio degli Israeliti? Non è egli anche il Dio degli altri popoli? Certo, è anche il Dio degli altri popoli, poiché c'è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso e l'incirconciso unicamente per mezzo della fede in Cristo Gesù, poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio (Romani, 3:23-30).
Ma l’Unto (il Cristo) Gesù non è stato mandato soltanto alle pecore perdute della casa d'Israele? (Matteo, 15:24). Certo, il Pastore d'Israele è stato mandato solamente alle pecore perdute della casa d'Israele. Ma chi sono queste pecore? Sono solamente quelle persone che sono state circoncise nella carne e sono di stirpe ebraica, o non piuttosto tutti quelli che il Padre ha preconosciuti ed ha adottato quali figli? Si, sono quelli che Dio ha conosciuti già prima che accettassero Gesù nel loro cuore, e li ha pure predestinati a essere conformi all'immagine di Gesù (il Figlio suo), affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli, e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati, e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati, e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati (Romani, 8:29-30).
Quanti abbiamo creduto che Gesù è il Figlio di Dio e lo abbiamo accettato nel cuore, avendoci Dio giustificati per la sua grazia a prescindere dal popolo al quale apparteniamo, nel suo amore ci ha anche destinati a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà (Efesini, 1:5).
Se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo (Romani, 8:17). Infatti, per amore di Gesù abbiamo rinunciato volentieri alla nostra vecchia vita e abbiamo incominciato a vivere quella nuova che è Gesù stesso in noi. Adesso anche noi possiamo dire: “Non sono più io che vivo, ma l'Unto vive in me” (Galati, 2:20); il Messia (l’Unto) Gesù, la progenie d'Israele, che per fede abbiamo accettato come nostro Salvatore. In Lui siamo anche stati fatti eredi e siamo entrati a far parte dell'Israele di Dio (Efesini, 1:11).

Gesù è l’agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo (Giovanni, 1:29; Isaia, 53:5-8), il solo per mezzo del quale si ottiene grazia, si viene perdonati dai propri peccati e salvati dalla morte eterna. L’Israele terreno non ha riconosciuto in Gesù il suo Unto (Messia). Non lo hanno riconosciuto come Figlio di Dio né lo hanno accettato come loro Salvatore, pertanto non hanno ancora ottenuto la salvezza. La salvezza è soltanto in Cristo Gesù.
Anche in Israele ci sono molti che hanno accettato Gesù come Messia. Dopo la discesa dello Spirito Santo sui discepoli, le migliaia di persone che in quei giorni di Pentecoste a Gerusalemme si sono convertite erano tutti Israeliti (Atti, 2:1-4,41; 3:4). Anche ai giorni nostri migliaia di ebrei hanno accettato il Messia Gesù. Quindi non è vero che del popolo d’Israele nessuno abbia accettato Gesù, c’è infatti un residuo eletto per grazia. Ma se la salvezza è per grazia, non è più per opere (Legge); altrimenti sarebbe per meriti e non per grazia (grazia che viene concessa a colui che è già condannato definitivamente) (Romani, 11:5-6). La nazione d'Israele sta ancora aspettando il Messia. Quello che Israele cerca, non lo ha ottenuto; mentre lo hanno ottenuto gli eletti; e gli altri sono stati induriti, perché Dio ha dato loro uno spirito di torpore, occhi per non vedere e orecchie per non udire, fino a questo giorno (Romani, 11:7-8). Ma Dio non è rimasto privo di figli, tutti quelli che abbiamo accettato Gesù come nostro Salvatore (ebrei e non), in Lui siamo diventati popolo di Dio, l’Israele di Dio, mentre l’Israele naturale che ha rigettato il Messia Gesù non è entrato a far parte dell’Israele spirituale.

L'elezione di Israele

Ma allora, Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Sono forse inciampati perché cadessero? No di certo! Quindi, Israele non è inciampato per non rialzarsi più, non ha rifiutato per sempre Gesù come suo Messia. E neanche Dio li ha ripudiati per sempre. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta agli stranieri per provocare la loro gelosia (Romani, 11:11).
All'inizio del suo ministero, quando l’apostolo Paolo arrivava in una città, prima di tutto entrava nella Sinagoga e lì annunciava la buona notizia della salvezza in Gesù Cristo (Atti, 13:5,14;17:1-3). Ma quando gli Israeliti hanno rifiutato il suo annuncio e hanno incominciato a perseguitarlo, allora l’apostolo Paolo si è rivolto agli altri popoli (ai Gentili). Disse agli Israeliti: “Era necessario che a voi per primi si annunciasse la Parola di Dio; ma poiché la respingete e non vi ritenete degni della vita eterna, ecco, ci rivolgiamo agli stranieri” (Atti, 13:46). Così è avvenuto che il Vangelo è stato annunciato agli stranieri (ai non israeliti) e molti hanno accettato Gesù Cristo. Quindi, a causa del rifiuto, della caduta del popolo d'Israele, gli stranieri pagani (estranei alle promesse, al patto, all’elezione) sono stati raggiunti dalla Parola di Dio. Hanno potuto ricevere la salvezza nel Signore Gesù e diventare anch’essi parte del popolo di Dio.
Se la loro caduta è una ricchezza per il mondo e la loro diminuzione è una ricchezza per gli stranieri, quanto più lo sarà la loro piena partecipazione! Infatti, se il loro ripudio è stato la riconciliazione del mondo con Dio, che cosa sarà la loro riammissione, se non un rivivere dai morti? (Romani, 11:12-15). La loro caduta, il rifiuto del Vangelo è stato il motivo per cui la salvezza è giunta al mondo. Allora come oggi, non c’è nessuna religione, dottrina o filosofia, capace di salvare. Solo il Signore Gesù fa grazia ai peccatori e gratuitamente offre il perdono dei nostri peccati. Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché  chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni, 3:16). Con la sua morte sulla croce, Gesù è il sacrificio espiatorio per i peccati dell’umanità. Gesù è l’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo! Prima della venuta di Gesù non era stato mai predicato il messaggio della salvezza per grazia. Quando i popoli hanno udito la parola del Vangelo della grazia, molti hanno accettato Gesù Cristo nel loro cuore, per essere perdonati dei loro peccati e ricevere la vita eterna.
In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale possono essere salvati (Atti, 4:12).
È a causa del rifiuto d’Israele di accettare Gesù come Messia che gli stranieri hanno ottenuto grazia. Quelli che hanno accettato la parola di Dio, il Signore Gesù li ha rinnovati interamente. Infatti, per amore del Salvatore hanno volentieri rinunciato a tutto ciò che era peccaminoso, iniquo e  vergognoso. Essi hanno rigettato il loro vecchio sistema di vita, le tradizioni e le passioni mondane, i piaceri della vita, per diventare nuove creature. In Gesù abbiamo la gioia di vivere in comunione con Dio e la grazia di chiamarlo Padre. Quanto grande sarà l’esultanza dei discepoli di Cristo quando tutti coloro che fanno parte di Israele (i salvati) avranno accettato Gesù! Soltanto all’Israele di Dio appartengono l'adozione, il patto, la Legge, il sacerdozio, le promesse e i padri, e da essi proviene, secondo la carne, anche il Messia (Romani, 9:4-5). La nazione d’Israele si priva del tesoro più grande, l’Unto Gesù, il Figlio di Dio, e rimane priva del sacrificio espiatorio e del sangue dell’agnello che purifica dal peccato.

L'olivo

Se la primizia è santa, anche la massa è santa. Se la radice è santa, anche i rami sono santi. Se alcuni rami sono stati troncati, mentre tu che sei olivo selvatico sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell'olivo, non insuperbirti contro i rami naturali, ma se ti insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te. Allora tu dirai: sono stati troncati dei rami perché fossi innestato io. Bene, essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede. Non insuperbirti, ma temi. Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neanche te. Considera dunque la bontà e la severità di Dio. La severità su quelli che sono caduti, ma verso di te la bontà di Dio, sempre che tu perseveri nella sua bontà, altrimenti anche tu sarai reciso. Allo stesso modo anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati. Perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo. Infatti se tu che sei stato tagliato dall'olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell'olivo domestico, quanto più essi che sono i rami naturali saranno innestati nel loro proprio olivo (Romani, 11:16-24).
Meravigliosa opera di Dio! L’indurimento d’Israele, che dura da lungo tempo - duemila anni - ha fatto sì che l'Evangelo, la buona notizia, venisse annunciata in tutto il mondo, così che nessun popolo, lingua e nazione rimanesse senza la possibilità di conoscere la verità - cioè Gesù il Messia - e di ricevere la salvezza. È vero, la nazione  d’Israele ha condannato Gesù il Nazareno (Atti, 2:22-24) , hanno rifiutato il Messia e la salvezza che offriva loro, hanno anche perseguitato i suoi discepoli e ne hanno uccisi alcuni. Sono stati gli antichi Romani, però, avi della cultura e religione occidentale, che lo hanno condannato a morte. Essi hanno martoriato e crocifisso il Signore Gesù Cristo. Quello che hanno fatto gli ebrei è poca cosa se paragonata a quanto ha fatto l’Impero Romano che per secoli ha perseguitato con spietatezza apostoli e discepoli di Gesù, torturandoli crudelmente, dandoli in pasto alle belve come spettacolo pubblico e uccidendoli a migliaia. E così come non si possono confrontare con la crudeltà del regime comunista, nell’ex Unione Sovietica, in Cina, in Vietnam, in Cambogia e in tanti altri paesi, che ha perseguitato e sterminato milioni di cristiani ed ebrei. E che dire di quello che hanno fatto i musulmani, la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa, che per oltre un millennio hanno perseguitato, torturato e condannato a morte tanti fedeli discepoli di Gesù Cristo che non si possono contare.
I discepoli di Gesù sono mandati ad annunciare il perdono per mezzo del sangue di Cristo, non hanno il compito di condannare nessuno, tantomeno gli Israeliti. Il divino Maestro insegna a perdonare. Quando giudichiamo i Giudei per il male che hanno fatto, ci dimentichiamo che anche noi dovremmo essere giudicati per i nostri peccati. Così facendo alcuni hanno gridato: “Perfidi Giudei!”. Per lunghi anni sono echeggiate queste terribili parole e, a causa di questo giudizio storico, sappiamo che orribili persecuzioni (lo sterminio dell’olocausto) si sono abbattute nel recente passato sui figli d’Israele.

Lo Spirito Santo dice ai cristiani: “Non vi insuperbite!” Tu che hai ricevuto grazia, ora vuoi giudicare, condannare e disprezzare i discendenti del padre dei credenti Abramo, di Isacco, di Israele (Giacobbe), ai quali Dio ha fatto le promesse? Non capisci che è perché loro hanno indurito il loro cuore che tu hai ricevuto la Verità? È vero che alcuni rami dell'olivo sono stati recisi per la loro incredulità. Infatti, non c'è altro modo di essere salvati se non credendo in Gesù Cristo. Tutti allo stesso modo, ebrei e pagani, senza distinzione. C'è solo un salvatore: l'Unto Gesù. Gesù è il Signore! Non uno dei signori: l'unico Signore.

Per quanto alcuni dei suoi figli siano stati recisi dall'olivo, Dio non si è dimenticato di Israele. Invece noi, che per natura eravamo nemici, che eravamo parte dell'olivo selvatico, siamo stati innestati al loro posto. Così ora possiamo godere della linfa della radice dell'olivo. Siamo salvati per grazia nell’Unto Gesù. Egli è l'olivo di Dio! Il Signore Gesù ci ha fatto partecipi della comunione con il Padre, per mezzo dello Spirito Santo. Per questo, il giorno che lo abbiamo accettato, la nostra vita è stata interamente trasformata, prima interiormente,  e poi si è manifestata anche nelle nostre parole e nelle nostre opere. Se Dio, al posto dei rami recisi del popolo d'Israele, ha potuto innestare noi che eravamo rami estranei, quanto più potrà prendere di nuovo i rami naturali che ha tagliati per la loro incredulità e reinnestarli al loro posto. È più facile che avvenga questo, piuttosto che ciò che il Signore ha fatto per noi. Non è difficile per l'Onnipotente reintegrare i figli d'Israele in Gesù il Messia, nella grazia che ha preparato innanzitutto per loro e poi anche per noi stranieri (Romani, 1:6 e 2:10). Quindi non sono esclusi, anzi loro vengono prima di noi, e saranno reinnestati, se non perseverano nella loro incredulità. Perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo nell'olivo Jeshua’ (Gesù).

Vale la pena di sottolinearlo: se Dio ha fatto diventare suoi figli noi che eravamo stranieri, tanto più può farlo con i figli naturali. Fratelli, non ignorate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si  è prodotto in una parte d'Israele solamente finché non sia entrata la totalità degli stranieri (Romani, 11:25). Infatti, è facile cadere nella presunzione, e quando questo avviene, si diventa arroganti e si giudica e condanna se stessi.

Tutti possiamo notare i disastri naturali. Lo sconvolgimento che si sta verificando nei cicli della natura e il progressivo abbrutimento delle coscienze ci rivela che siamo negli ultimi tempi. Quando leggiamo: "Finché non sia entrata la totalità degli stranieri", che si concretizza alla fine dei tempi, quando ormai gli stranieri (tutti i popoli non ebrei) hanno ricevuto il Vangelo, rivela che siamo negli ultimi tempi. Anzi,  Dio mi ha rivelato che i tempi sono ormai finiti. E tutto Israele sarà salvato (Romani, 11: 26). Per quanto concerne il Vangelo, essi sono nemici: per causa nostra, però, per consentire a noi di venire salvati. Ma per quanto concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri. Perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili, senza pentimento (Romani, 11:28-29).
Dio non si pente delle promesse fatte a Israele. Coloro che non lo gradiscono credono che Israele sia stato reciso e rigettato definitivamente, e che la Chiesa dei gentili lo abbiano soppiantato. Ma così non è. Dio continua ad avere un solo popolo, Israele è il suo popolo. I cristiani, diventati per grazia discepoli di Gesù Cristo, hanno ricevuto il privilegio di venire integrati nell'Israele di Dio.

Certamente, nessuno entrerà nel regno dei cieli senza convertirsi dai propri peccati e accettare il sacrificio e il sangue sparso sulla croce dall’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, l'Unto Gesù. Non tutti i discendenti d’Israele sono “Israele” (Romani, 9:6). Non quelli che dicono “Signore, Signore”, ma coloro che accettano Gesù come loro Messia e osservano i suoi insegnamenti (Matteo, 7:21 e Luca, 6:46), ebrei e gentili, formano il popolo di Dio e sono la sua Chiesa. Perché ci sono tanti discendenti  d'Israele che non hanno fede in Dio e anzi rifiutano di credere. Questi non saranno salvati, pur essendo nati da genitori ebrei. Ma ciò non dà il diritto di concludere che i cristiani abbiano soppiantato Israele. No, invece quanti hanno creduto sono entrati loro a far parte del popolo d'Israele! Sono stati "innestati" e diventati anche loro rami dell'olivo d’Israele.
Anche se alcuni rami sono stati tagliati, il Messia, la radice, non è mai cambiato: il Signore è lo stesso, la sacra Scrittura è la stessa, le promesse sono le stesse, le profezie sono le stesse. Alcuni rami (i figli d’Israele) sono stati tagliati e i gentili che hanno creduto al Vangelo sono diventati discepoli di Gesù e sono stati innestati al posto loro, ma l’olivo, l’Unto Gesù, è sempre quello. I cristiani quindi non hanno sostituito Israele, ma sono stati innestati e sono entrati loro a far parte della progenie d'Israele. Questa è la verità.
La Chiesa dei gentili non sia profana, come Esaù, e neanche soppiantatrice, come Giacobbe prima di diventare Israele. La Chiesa che, inorgogliendosi, pensa di essere diventata il popolo di Dio al posto d'Israele, diventa soppiantatrice e profana. Piuttosto, tu che per la tua fede in Cristo sei stato graziato, non insuperbirti contro i rami naturali, abbi l'umiltà necessaria e abbassati, grato di essere stato integrato nell'Israele di Dio. Ma, se t'insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice d’Israele (Gesù Cristo) che porta te. Vuoi forse vantarti e dire: Sono stati troncati i rami naturali perché fossi innestato io. È vero: essi sono stati troncati a causa della loro incredulità e tu rimani stabile per la fede; non insuperbirti, quindi, ma temi. Rimani umile e sii riconoscente, perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te, anche tu sarai reciso. Considera dunque la bontà e la severità di Dio (Romani, 11:18-22).

Ma anche loro, se non perseverano nell’incredulità, saranno innestati nel Signore Gesù, perché Dio ha il potere di innestarli di nuovo. Se tu sei stato tagliato dall'olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell'olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali d’Israele, saranno innestati nel loro proprio olivo, se accettano il Messia Gesù. Per quanto concerne il Vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto concerne l'elezione, sono amati a causa dei loro padri (Romani, 11:23-24,28).
Però, come i cristiani hanno ottenuto misericordia per il rifiuto d’Israele di accettare il Messia Gesù, rimanendo disobbediente fino a quando gli stranieri non lo avessero accettato, ora, attraverso i cristiani, per la misericordia da loro ottenuta, anche gli ebrei accetteranno il Signore Gesù. Attraverso i cristiani, perché non c'è nessun altro che possa annunciare Cristo Gesù, se non coloro che lo hanno accettato e credono in lui. Quindi loro, che aspettano ancora la venuta del Messia, hanno bisogno di ricevere il Vangelo di Cristo da noi cristiani. Per la misericordia che è stata fatta a noi, anche loro otterranno misericordia. Così Dio ha deciso, perché nessuno possa gloriarsi, ma tutti rimangano in umiltà ai piedi del Signore. Dio, infatti, ha rinchiuso tutti nella disubbidienza, per fare misericordia a tutti (Romani, 11:30-32). Infatti, in passato Israele si è inorgoglito, perché aveva le promesse ed era il popolo eletto. Ed essendo diventati arroganti, sono scaduti. Come tutti gli uomini, anch’essi possono venire salvati soltanto se accettano l’Unto Gesù. Adesso sono costretti ad ascoltare l'annuncio del Vangelo e accettare il Redentore attraverso quei Gentili che lo hanno accettato nel cuore. Ma neanche noi cristiani, che eravamo stranieri, abbiamo motivo di essere presuntuosi, perché è a causa della loro disubbidienza che la salvezza è giunta a noi.
Quanto hanno dovuto soffrire, erranti in paesi ostili per millenni, perché noi fossimo salvati. Hanno dovuto sopportare persecuzioni, deprivazioni, sofferenze indicibili, per aver rifiutato Gesù e averlo consegnato ai pagani romani affinché fosse crocefisso. Questo li ha messi nella condizione di non poter avere più pace. Da allora, il popolo d'Israele, per quanto la brami, non ha avuto più pace, non ha avuto più casa, né patria, sino a pochi anni fa. E tutto questo perché gli stranieri entrassero nella loro eredità. Così, né noi cristiani abbiamo motivo di essere arroganti, né lo avranno loro. Come dice il profeta, devono umiliarsi ad accettare l'Unto Gesù attraverso labbra balbuzienti, (Isaia, 28:11), ossia attraverso lingue straniere (1Corinzi, 14:21).

Il popolo eletto (cioè gli Israeliti, ai quali appartengono l'adozione, la gloria, i patti, la legislazione, il servizio sacro e le promesse; ai quali appartengono i padri e dai quali proviene, secondo la carne, il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno, come scrive l’apostolo Paolo nella lettera scritta ai Romani (9:4-5)) deve umiliarsi a ricevere Gesù il proprio Messia per mezzo degli incirconcisi. Israele deve accettare Gesù in umiltà, per poter essere salvato. L’Iddio onnipotente ha fatto questo, perché nessuno (né noi né loro) si innalzi e diventi arrogante. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disubbidienza, per far misericordia a tutti. Infatti, chi ha conosciuto il pensiero del Signore, o chi gli è stato consigliere, o chi gli ha dato qualcosa per primo e può ora pretendere qualcosa in cambio? Oh, profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto imperscrutabili sono i suoi giudizi e non investigabili le sue vie!
A Dio sia la gloria in eterno! Amen (Romani, 11:32-36).

Visione in sogno

Una notte ebbi una visione in sogno.
Nella visione, mi libravo a mezz’aria, portato in volo sopra la strada principale che attraversava un borgo. Era verso sera e la gente del borgo era rientrata dal lavoro. Le famiglie riunite stavano sedute in veranda, o davanti a casa a cenare, a riposarsi e conversare. Mentre passavo sopra le case che fiancheggiavano la strada, annunciavo loro: "I tempi sono finiti. Ravvedetevi! Convertitevi a Gesù Cristo". Le persone, sorprese dall’inaspettato avvenimento, smettevano di conversare e ascoltavano attentamente il mio messaggio. Vedevo che la parola annunciata li toccava. Parecchi si alzavano e, raccolte le loro cose, si ritiravano in casa assorti. Si vedeva chiaramente che tutti realizzavano la gravità del messaggio.
Lasciato il centro abitato, sempre portato in volo, proseguivo lungo la strada che lasciato il villaggio attraversava una vasta pianura erbosa e varie persone la percorrevano a piedi, in coppia o singolarmente. Anche a loro annunciavo lo stesso messaggio e vedevo che anche a questi accadeva la stessa cosa.
Poi mi sono svegliato, ero stupito di quello che avevo visto. Era ancora notte fonda e mi sono rimesso a dormire. Cosa molto particolare, dopo essermi riaddormentato ho rifatto nuovamente lo stesso identico sogno. Non ricordo altre occasioni in cui nella vita mi sia successo questo.

Dopo aver ricevuto il messaggio sull’Israele di Dio, lo Spirito Santo mi ha riportato alla mente il sogno che ho appena descritto e che avevo ricevuta anni prima. Mi ha fatto comprendere come coloro che nella visione in sogno ascoltavano così attentamente e venivano toccati dal messaggio erano proprio i figli d'Israele che ricevono la lieta notizia che Gesù è il Messia (in ebraico, Mashiach) il loro Salvatore.
Alla fine dei tempi, è arrivato il tempo della reintegrazione di Israele.
Nella lettera agli Efesini è scritto che “dei due popoli - Gesù Cristo - ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell'inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in sé stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia. ... Per mezzo di lui gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito” (Efesini, 2:14-18).
Quale meravigliosa grazia, i discepoli di Gesù, i nati di nuovo ebrei e gentili, sono diventati analogamente figli di Dio e formano un unico Israele spirituale.
Le ricchezze che il Signore ha dato ai figli d’Israele non le richiede indietro. Dio non ritira ciò che ha donato e ciò che ha promesso. Le sacre Scritture affermano che anche i cristiani nati di nuovo hanno parte al grande tesoro: il Salvatore Gesù. La conversione dei figli d'Israele all’Unto Gesù, dà modo ai cristiani di essere partecipi della loro ricchezza spirituale.

Labbra balbuzienti

Lo Spirito Santo esorta noi Gentili nati di nuovo ad annunciare il Vangelo ai figli d'Israele, perché Dio ha deciso di parlare loro attraverso lingue straniere e labbra balbuzienti (Isaia, 28:11).
Proprio il giorno che lo Spirito Santo mi ha dato questo messaggio, è venuta da me una persona per invitarmi a un incontro religioso, e questa persona era balbuziente. Nel parlare, aveva chiaro il concetto di quello che doveva dire, ma gli veniva difficile esprimere il suo pensiero, la bocca non riusciva a servirlo. Pian piano, e con fatica, alla fine si esprimeva, ma bisognava aspettare con pazienza. A volte, soffrendo per il suo travaglio, gli suggerivo la parola, ma era inutile. Egli sapeva bene quello che voleva dire, non aveva bisogno di suggerimenti, ma non riusciva esprimersi che lentamente e con molta fatica.
Attraverso questo episodio, lo Spirito Santo mi ha fatto comprendere quello che il Signore intende dire quando parla di labbra balbuzienti. Non sarà attraverso predicazioni di grandi oratori, né attraverso dotti rabbini, che gli ebrei riceveranno Gesù. Perché nessuno si inorgoglisca, né chi parla né chi ascolta. Io, grazie a Dio, non sono balbuziente, nel senso letterale della parola, però per gli ebrei, per la mia inadeguatezza, probabilmente potrei esserlo. Gloria a Dio anche per questo!

Questo e il messaggio che ho ricevuto dal Signore, e ritengo sia un messaggio importante. Si tratta del compimento delle Scritture. È arrivato il momento in cui le pecore dei due greggi si devono unire a formare un solo gregge, secondo che ha detto il Signore Gesù: "Io ho anche altre pecore che non sono di questo ovile. Anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore" (Giovanni, 10:16). Le "altre pecore" a cui si riferiva Gesù siamo noi non ebrei che non facevamo parte dell'ovile della casa d'Israele. Siamo stati radunati e ora che è entrata la totalità degli stranieri (tutte le nazioni, i popoli, le etnie hanno udito il Vangelo), accettando il figlio di Dio Gesù, tutto Israele sarà salvato, così come è scritto: "Il liberatore verrà da Sion. Egli allontanerà da Giacobbe l'empietà, e questo sarà il mio patto con loro, quando toglierò via i loro peccati" (Romani, 11:26).
Il Padre nostro vuole che ci sia un solo gregge e un solo Pastore.

Maran athà!
Amèn! Vieni Signor Gesù!