Parlando in prima persona di coloro che sono stati salvati dal sacrificio di Gesù, Paolo scrive ai Corinzi dicendo loro di essere ambasciatori di Cristo.
Come tutti gli ambasciatori, anche noi cristiani viviamo in una terra straniera, dove rappresentiamo la nostra patria. Mentre, però, gli ambasciatori delle nazioni di questa terra hanno da qualche parte una loro patria terrena, noi cristiani sulla terra siamo "forestieri e pellegrini". La nostra patria – come del resto il nostro Padre – non è sulla terra, ma in cielo (Matteo, 23:9).
La nostra natura ci spinge a soddisfare i desideri della carne, ma lo Spirito Santo ci guida a seguire l'insegnamento del Signore Gesù. Nessuno può servire Dio e gli interessi terreni. Chi cerca prima il regno di Dio e ciò che gli è gradito, riceve tutte le altre cose in dono.
La vita spirituale viene da una nuova nascita (Giovanni, 3:3-8). E come la vita naturale inizia con il travaglio della madre e l’impegno del nascituro, così anche l'inizio della vita spirituale è un'esperienza che coinvolge tutto il nostro essere, perché richiede un grande sforzo e una grande determinazione da parte di chi vi partecipa (Luca, 13:24).
Normalmente, per brevità, chiamiamo questa esperienza conversione, ma questo termine esprime solo una parte della realtà a cui si riferisce.
Il Signore Gesù è la Parola di Dio. Degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo. Il Padre è stato rivelato per mezzo del suo Figliolo Cristo Gesù. Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo.